giovedì 29 gennaio 2009

Passeggiando nel letto


E poi dicono che non si inventa più niente di nuovo.
Virtualmente sì, è già stato tutto fatto, tutto detto, tutto tutto tutto.
Ma in fin dei conti, è anche come (ri)proponi una cosa che la fa diventare una genialata, o quantomeno apprezzabile.
Date un'occhiata a questo video (Her Morning Elegance, di Oren Lavie) e rendetevene conto da soli.
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lunedì 12 gennaio 2009

Dalla carta alla rete (e ritorno)


Da qualche tempo sto tenendo d'occhio una serie di siti che propongono l'autopubblicazione come rimedio alle mancanze degli editori nei confronti degli aspiranti autori.
Ho scelto il sito "ilmiolibro" per dare un'occhiata, e ho fatto una prova per voi, così, tanto per vedere se c'è trippa per gatti.
Il sistema per realizzare da soli il proprio libro è molto semplice, e nell'arco di tempo di una serata (dal momento in cui disponete di un testo pubblicabile, ovviamente) si è davvero in grado di mettere in vendita un prodottino dignitoso.
Vi avverto, però: ci sono alcune cose che possono lasciare con l'amaro in bocca.
Eccole qui:
• 1) Innanzi tutto, prima di poter fare qualsiasi cosa dovete iscrivervi al sito. A qualcuno può seccare, legittimamente. Ma serve per accettare tutte le condizioni relative. Non condivido il metodo, ma comprendo.
• 2) In secondo luogo, il metodo d'impaginazione della copertina è un po' legnoso, per cui vi consiglio di realizzarla interamente a parte (evitando di utilizzare il programmino del sito per comporla) e poi importarla.
• 3) Prima di poter inserire il vostro libro nella vetrina del sito, dovete acquistarne voi stessi almeno una copia. E vabbé, ci sta anche questa, tutto sommato (realizzate un libro, e non volete poi averlo tra le mani? Suvvia…). Però sarebbe meglio evidenziarlo nella homepage, onde evitare proteste e delusioni.
• 4) All'ingresso del sito esiste un riquadro che vi permette di ipotizzare quanto costerà il libro che andare a realizzare. Ebbene, tenete presente che quello che appare è il costo base. A quella cifra dovrete aggiungere le spese di spedizione (vedi punto 3), e ovviamente l'iva. Il che significa che anche solo per pareggiare i conti, il vostro libro costerà agli eventuali lettori qualcosetta di più. Per esempio, quello che ho realizzato io (il libro-gioco L'OCCHIO DELLA MENTE, con la cover del solito geniaccio della matita Marco Albiero) secondo il box del preventivo sarebbe costato 5,06 euro, mentre alla fine il prezzo totale (aggiungendo tutto il resto) è quasi raddoppiato, sparandolo – a mio avviso – fuori mercato.

Occhio, dunque.
Benché io apprezzi molto chiunque trovi sistemi per evitare sprechi di carta (e la stampa on-demand è uno di questi, perché elimina alla radice il problema delle rimanenze da macerare - alias: stampi solo quello che sei sicuro di vendere), ritengo che questo sistema non sia ancora ben rodato, e mi dà più l'idea di un metodo per spillare qualche soldino a chi desidera avere il proprio libro (stampato) tra le mani. Il che, non è un problema.
Ma tenete presente che la stessa cosa la fanno anche molte copisterie della vostra città, e qualche tipografia o fotolito sono in grado di fare altrettanto con la stampa digitale.
A favore di questi siti va ovviamente il discorso della diffusione: facendo parte di una comunità, potete contare su una discreta visibilità, benché se la questione dell'iscrizione (anche chi vuole acquistare deve accettarla!) trasformi il tutto in una sorta di club, di circolo chiuso.
Dunque, a voi la scelta se fare uso o meno di questo (comunque) interessante sistema: cliccate sul titolo di questo link e potrete iniziare a farvene un'idea.
Buona fortuna!

venerdì 9 gennaio 2009

La TV, un secolo fa


Tanti anni fa (ma tanti tanti tanti) la TV iniziava alle cinque del pomeriggio. E iniziava con la "TV DEI RAGAZZI".
Per noi pargoletti di allora (fra i primi teledipendenti minorenni della Storia d'Italia) era un appuntamento da non mancare assolutamente, e quelle note accompagnate da quei disegni in movimento ci facevano trepidare, fino al momento in cui quella specie di pallone diamantato della sigla iniziava a roteare (antesignano della roccia rotonda ruzzolante di Indiana Jones?) verso di noi, promettendoci meraviglie a non finire.
Era l'inizio degli Anni Settanta, il vostro Capitan Barikko era solo un pesciolino d'acqua dolce di quattro anni, e il mondo – per quanto ne sapevo io – era bellissimo e pieno di sorprese. Quando iniziava la "TV DEI RAGAZZI", niente avrebbe potuto scalfire noi piccoli telespettatori: "Mamma Rai", all'epoca, era un'entità buona e protettiva, almeno dal nostro punto di vista, e guai a chi ce la toccava. Oggi? Che ne so? Chi la guarda più, la televisione? E, soprattutto, che bisogno c'è di guardarla? C'è di meglio, là fuori.
Fate clic sul titolo del post per vedere la sigla.
P.S.: con la Gazzetta dello Sport stanno per uscire i DVD del mit(olog)ico SUPERGULP. Guai a voi se non le prenotate!